martedì 27 marzo 2007

un pò di primavera


... anche se oggi piove!

libri dalla mia biblioteca

martedì 20 marzo 2007

il mare d'inverno...






mio marito dice che le mie foto sono malinconiche... sono lo specchio di un'assenza.

neve




sabato 17 marzo 2007

Nessuno neanche la pioggia ha cosi' piccole mani





E.E. Cummings

(...)
Il tuo più tenue sguardo
facilmente
mi aprirà,
benché abbia chiuso me stesso
come dita.
Sempre mi apri petalo per petalo,
come la primavera fa,
toccando accortamente,
misteriosamente,
la sua prima rosa.
(...)
(E io non so quello che c'è in te che chiude e apre;
solo, qualcosa in me comprende
che è più profonda la voce dei tuoi occhi
di tutte le rose)
nessuno,
neanche la pioggia,
ha così piccole mani.

somewhere i have never travelled,gladly beyond

somewhere i have never travelled,gladly beyond
any experience,your eyes have their silence:
in your most frail gesture are things which enclose me,
or which i cannot touch because they are too near

your slightest look easily will unclose me
though i have closed myself as fingers,
you open always petal by petal myself as Spring opens
(touching skilfully,mysteriously) her first rose

or if your wish be to close me,i and
my life will shut very beautifully,suddenly,
as when the heart of this flower imagines
the snow carefully everywhere descending;

nothing which we are to perceive in this world equals
the power of your intense fragility:whose texture
compels me with the colour of its countries,
rendering death and forever with each breathing

(i do not know what it is about you that closes
and opens;only something in me understands
the voice of your eyes is deeper than all roses)
nobody,not even the rain,has such small hands

venerdì 16 marzo 2007

Charles Baudelaire
Il Gatto

Vieni bel gatto, vieni sul mio cuore amoroso;
Trattieni i tuoi artigli
Ch'io mi sprofondi dentro i tuoi begli occhi d'agata e metallo.
Quando a bell'agio le mie dita a lungo
Ti carezzan la testa e il dorso elastico,
E gode la mia mano ebbra al toccare il tuo corpo elettrico,
Vedo in spirito la mia donna:
Profondo e freddo come il tuo, il suo sguardo, bestia amabile,
Penetra tagliente come fosse una freccia,
E dai piedi alla testa
Una sottile aria, rischioso effluvio,
Tutt'intorno gira al suo corpo bruno.

Pablo Neruda

Ode al gatto

Gli animali furono
imperfetti, lunghi
di coda, plumbei
di testa.
Piano piano si misero
in ordine,
divennero paesaggio,
acquistarono nèi, grazia. volo.
Il gatto,
soltanto il gatto
apparve completo
e orgoglioso:
nacque completamente rifinito,
cammina solo e sa quello che vuole.

L'uomo vuol essere pesce e uccello,
il serpente vorrebbe avere le ali,
il cane è un leone spaesato,
l'ingegnere vuol essere poeta,
la mosca studia per rondine,
il poeta cerca di imitare la mosca,
ma il gatto
vuole essere solo gatto
ed ogni gatto è gatto
dai baffi alla coda,
dal fiuto al topo vivo,
dalla notte fino ai suoi occhi d'oro.

Non c'è unità
come la sua,
non hanno
la luna o il fiore
una tale coesione:
è una sola cosa
come il sole o il topazio,
e l'elastica linea del suo corpo,
salda e sottile, è come
la linea della prua di una nave.
I suoi occhi gialli
hanno lasciato una sola
fessura
per gettarvi le monete della notte.

Oh piccolo
imperatore senz'orbe,
conquistatore senza patria,
minima tigre da salotto, nuziale
sultano del cielo
delle tegole erotiche,
il vento dell'amore
all'aria aperta
reclami
quando passi
e posi
quattro piedi delicati
sul suolo,
fiutando,
diffidando
di ogni cosa terrestre,
perché tutto
è immondo
per l'immacolato piede del gatto.

Oh fiera indipendente
della casa, arrogante
vestigio della notte,
neghittoso, ginnastico
ed estraneo,
profondissimo gatto,
poliziotto segreto
delle stanze,
insegna
di un
irreperibile velluto,
probabilmente non c'è
enigma
nel tuo contegno,
forse sei mistero,
tutti sanno di te ed appartieni
all'abitante meno misterioso,
forse tutti si credono
padroni,
proprietari, parenti
di gatti, compagni,
colleghi,
discepoli o amici
del proprio gatto.

Io no.
Io non sono d'accordo.
Io non conosco il gatto.
So tutto, la vita e il suo arcipelago,
il mare e la città incalcolabile,
la botanica,
il gineceo coi suoi peccati,
il per e il meno della matematica,
gl'imbuti vulcanici del mondo,
il guscio irreale del coccodrillo,
la bontà ignorata del pompiere,
l'atavismo azzurro del sacerdote,
ma non riesco a decifrare il gatto.
Sul suo distacco la ragione slitta,
numeri d’oro stanno nei suoi occhi.

cesare pavese
the cats will know

ancora cadrà la pioggia
sui tuoi dolci selciati
una pioggia leggera
come un alito o un passo.
ancora la brezza e l'alba
fioriranno leggere
come sotto il tuo passo
quando tu rientrerai.
tra fiori e davanzali
i gatti lo sapranno
ci saranno altri giorni
ci saranno altre voci
sorriderai da sola
i gatti lo sapranno
udrai parole antiche
parole stanche e vane
come i costumi smessi
delle feste di ieri.
farai gesti anche tu
risponderai parole
viso di primavera
farai gesti anche tu.
i gatti lo sapranno
viso di primavera
e la pioggia leggera
l'alba color giacinto
che dilaniano il cuore
di chi più non ti spera
sono il triste sorriso
che sorridi da sola
ci saranno altri giorni
altre voci e risvegli
soffriremo nell'alba
viso di primavera.

Gatti...


Immagini di Fano... un po' inusuali